Autoanalisi e meditazione: i pilastri del cambiamento
Ogni essere umano è un viaggiatore errante sulla via del ritorno, un figliol prodigo, un nomade che cambia dimora di vita in vita alla ricerca della sua vera essenza. Siamo scintille divine incarnate nella materia, con lo scopo di fare delle esperienze finalizzate all’evoluzione dello Spirito. Anche se può sembrare assurdo alla maggior parte degli esseri umani, siamo parte del divino che attraverso di noi sperimenta la materia ed evolve. La nostra evoluzione è quindi funzionale all’evoluzione dello Spirito, dell’Assoluto, del Tutto, di Dio o di qualsiasi nome con cui vogliamo chiamarlo.
Cosa s’intende per “cambiamento”?
Il Tutto si è scomposto in moltissime unità, una miriade di scintille divine che individualmente si incarnano vivendo le loro vite, partecipando così al grande disegno dell’evoluzione. Il Piano Divino prevede la discesa dello Spirito nella materia. Questa fase di discesa prevede la scomposizione in molti. Quindi le unità, dette monadi, si staccano dal seno del Padre e vanno in giro per l’Universo a fare delle esperienze funzionali alla loro evoluzione. Arrivati ad un certo punto però, si giunge alla fase di risalita, dove tutte queste parti separate devono riunirsi per tornare all’Assoluto da dove sono venute, dai cieli da cui provengono.
Ed eccoci giunti al momento fatale. La nostra Terra rappresenta il punto più basso di questa discesa e quindi non può che essere il punto di partenza del ritorno a casa. Tutte queste scintille divine, che non sono altro che noi, da adesso in poi sentiranno il bisogno di unirsi, di ricongiungersi con il divino. Nelle nostre vite quindi cominceranno a farsi largo sentimenti di amore verso il prossimo, necessità di condivisione e di inclusione. Non vi sembra che, nonostante la Terra sia diventata invivibile, ci sono sempre più persone stufe delle ingiustizie, delle guerre e della distruzione che è sotto i nostri occhi?
Questo fa parte del percorso umano. Arrivati ad un certo punto, ci rendiamo conto, a livello del nostro subconscio, che manca qualcosa per completare le nostre vite. Anche se abbiamo tutto e siamo felici, ci manca sempre qualcosa, abbiamo una sorta di vuoto. Bene, quel vuoto è la nostra vera essenza, la scintilla divina che è in noi, rappresentata dalla nostra Anima, che vuole realizzarsi, che vuole vivere libera da catene e manifestarsi per quello che è: luce e amore.
Molti di voi adesso si staranno chiedendo: come si fa a realizzare la scintilla divina che è in noi? Ho scritto un libro su questo argomento: “La Via dell’Amore”, il mio primo libro. Quindi se l’argomento vi risuona fortemente ne consiglio la lettura, ma in poche parole posso dire che la nostra coscienza evolve con la vita stessa, con le esperienze che facciamo, anche quelle brutte. Tutto è funzionale alla nostra evoluzione, che come ho già detto, contribuisce all’evoluzione dello Spirito. Ma arrivati ad un certo punto, in una specifica vita, la nostra coscienza si risveglia e diveniamo consapevoli di tutto questo progetto.
Per progredire ancora e realizzare noi stessi, dobbiamo intraprendere un percorso specifico finalizzato alla purificazione della nostra coscienza. In cosa consiste tutto ciò? Dobbiamo necessariamente trasformare tutto ciò che di negativo e distorto è in noi. Dobbiamo cambiare le nostre emozioni e i nostri pensieri distruttivi e farli diventare positivi, in pratica dobbiamo individuare, accettare i nostri limiti e lavorarci sopra. In questo modo eleviamo le frequenze che compongono la nostra coscienza in modo da innescare lo sviluppo della nostra Anima, la nostra vera essenza che vibra a frequenze più alte.
Autoanalisi e meditazione
Tutto ciò implica un grande lavoro che si basa su due pilastri:
- l’autoanalisi o ascolto di sé, necessario all’individuazione e all’accettazione dei propri limiti;
- la pratica della meditazione che nello specifico aiuta nel processo di trasformazione ed elevazione delle frequenze che compongono la nostra coscienza.
L’autoanalisi consiste nell’ascolto di sé. Dobbiamo cercare di essere sempre presenti e di interrompere quegli automatismi che caratterizzano le nostre vite. Generalmente un essere umano reagisce in maniera automatica a determinate situazioni. Il lavoro di autoanalisi invece consiste nel rendersi conto dei nostri comportamenti e di comprendere quando questi sono distruttivi e negativi. In tal caso dobbiamo cercare di interromperli e di trasformarli in positivi. Come diceva Patanjali “quando sorge un pensiero contrario allo yoga, sviluppa il pensiero opposto”, cioè se sto provando un’emozione negativa devo interromperla e cercare di trasformarla in positiva. Fondamentale, in questa fase, è l’accettazione dei propri limiti. Se non vediamo i nostri limiti non possiamo trasformarli, quindi è molto importante accettarsi e cercare di migliorarsi lavorando su se stessi.
L’altro pilastro del cambiamento, da affiancare la lavoro di autoanalisi, è la meditazione. Tramite questa tecnica possiamo iniziare ad elevare le frequenze della nostra coscienza, innescando quel processo di alchimia spirituale che tende a purificare e a trasformare gli aspetti distruttivi e distorti della coscienza. La meditazione è uno strumento della mente che ha lo scopo di “uccidere” la mente, cioè di addomesticarla e di renderla uno strumento al servizio dell’Anima, la nostra vera essenza, che dobbiamo realizzare.
Quindi evolvere significa fare un grande lavoro su stessi in queste due direzioni. Bisogna essere umili nell’accettare i propri limiti e bisogna dedicare tempo alla meditazione che deve essere effettuata tutti i giorni, nelle modalità impartite da un insegnante. Nella mia attività di insegnante mi capita spesso di sentire i miei allievi che non hanno tempo per meditare. A questo proposito vorrei dire: cosa c’è di più importante della propria realizzazione? Evolversi significa acquisire consapevolezza, smettere di soffrire, essere padroni della propria vita, risolvere i traumi e i conflitti che ci attanagliano quotidianamente. Che dite? Ne varrebbe la pena trovare un po’ di tempo per meditare?