La rivoluzione delle coscienze
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Ho voluto iniziare l’articolo con questa celeberrima citazione di Gandhi perché penso che racchiuda in sé, la vera essenza del concetto di rivoluzione. Generalmente, la rivoluzione è intesa come un qualcosa di distruttivo, in grado di sovvertire in maniera violenta uno stato di cose non più sostenibile. Oggi invece, nel mondo occidentale civilizzato, è opinione comune che l’unico modo per cambiare il mondo, sia quello di scegliere i nostri rappresentanti politici attraverso il voto libero e democratico.
Questo è quello che ci hanno insegnato e quindi di conseguenza siamo convinti che sia l’unico strumento che abbiamo per cambiare le cose. Questi politici però, anche se sono in grado di pronunciare auliche frasi, nei fatti si smentiscono da soli, sistematicamente. Sicuramente dei passi in avanti sono stati fatti. Il fatto che sono stati abbandonati i “forconi” è già qualcosa, ma ciò non basta.
Riallacciandoci alla frase di Ghandi, come possiamo pensare di ottenere il cambiamento se queste persone non sono loro stesse cambiate? La vera rivoluzione attuabile, che porterà il cambiamento anche a livello sociale ed economico, è quella delle coscienze.
Rivoluzione delle coscienze significa ampliamento della consapevolezza, significa effettuare un lavoro su stessi che porti ad una trasformazione interiore degli esseri umani. È un processo reale di trasformazione delle energie che diventano sempre più raffinate.
Man mano che si procede con questa trasformazione l’essere umano comprende sempre di più che non è isolato dagli altri, ma bensì in simbiosi con loro. Comprende che è una cellula di un organismo più grande di cui fa parte e che lo scopo della vita è l’unione, cioè l’amore e non la separazione, la divisione e l’esclusione, elementi su cui è fondata la società occidentale. Ad un certo punto realizza che, tutti gli esseri di questo mondo sono suoi fratelli, tutti figli dello stesso Padre e della stessa Madre.
Arrivati a questo punto, lavorare per il bene sarà naturale e spontaneo. Ma se non si effettua questo passaggio, se non si intraprende questo “sentiero”, nessuno potrà mai aspettarsi un vero cambiamento.
Ritornando ancora su Gandhi quindi, non dobbiamo aspettarci che il cambiamento possa avvenire dall’esterno, affidandolo ad altri, ma dobbiamo realizzarlo all’interno di noi stessi attraverso la trasformazione della nostra coscienza.
Come avviene tutto ciò? Attraverso l’abbattimento della personalità, il riconoscimento dei propri limiti, la purificazione della mente, raggiungibili per mezzo un’intensa ed efficace pratica meditativa.
Se ognuno di noi sarà migliore, anche il mondo sarà migliore. Allora cosa stiamo aspettando, costruiamo noi stessi il mondo in cui vogliamo vivere!